Bandersnatch: Esperimento Riuscito a Metà

Bandersnatch

Netflix non è nuova a speciali di Natale e proprio quest’anno ha deciso di confezionare ai suoi sottoscrittori la sopresa del secolo: il primo episodio interattivo di una serie. La serie scelta per sperimentare questo nuovo tipo di narrativa non poteva che essere Black Mirror, che questa volta ci ha proposto una storia con protagonista Stefan un ragazzo con problemi psichici che tenta di sviluppare un gioco sulla base di un enorme librogame creato da uno scrittore decisamente pazzo intitolato Bandersnatch, come il nome dell’episodio. Ovviamente non potevamo esimerci dal vederlo per voi e purtroppo dobbiamo dirvi che l’esperimento è riuscito solo a metà. Ecco perchè:

Eravamo veramente ansiosi di vedere questo Bandersnatch dopo che la critica ne aveva parlato decisamente bene ed è stato quindi con aspettative abbastanza alte che ci siamo messi davanti al nostro ipad. La storia è ambientata nel 1984 e racconta le vicende di Stefan giovane e talentuoso programmatore che si imbarca nella realizzazione di un videogioco in stile “choose your own adventure” che lo metterà duramente alla prova.

L’episodio inizia con una breve introduzione che spiega come utilizzare i controlli delle scelte e che vi farà progressivamente prendere confidenza con il meccanismo. Le prime due scelte sono infatti praticamente ininfluenti sulla storia e servono solo a farvi capire come funziona il sistema. Arrivato il momento di decidere il percorso da seguire, nella parte bassa dello schermo compariranno due opzioni che dovrete selezionare entro un tempo massimo.

Gli autori sono stati abilissimi nel non far assolutamente percepire una disconnessione nella storia dovuta alla scelta che viene di fatto inserita come un normale cambio di inquadratura.

L’episodio ha 5 possibili finali, che non vi sveleremo, e può avere una lunghezza che varia dai 40 minuti alle due ore in funzione della scelte che opererete.

Fino a qui tutto bellissimo e allora che cosa non ci ha convinto? In parte il meccanismo delle scelte che in alcuni casi, arrivati alla fine di un possibile percorso, vi riporta indietro alla scelta precedente, facendo di fatto riprendere la storia dall’inizio (rivedrete solo le parti salienti) prima di arrivare all’ultima scelta da ripetere. In questo caso ci sarebbe piaciuto che la storia finisse e che venissero presentati i titoli di coda (in alcuni casi accade, in altri no). La prima volta che questo succede, infatti, lascia abbastanza disorientati e non si capisce se si tratta di qualcosa che fa parte della storia o se semplicemente si è stati rimandati indietro.

Il secondo elemento che non ci convince di Bandersnatch è la storia: in alcuni casi si arriva infatti a definire un arco narrativo decisamente assurdo che finisce lasciando l’amaro in bocca o, ancora peggio, lasciando tanti temi in sospeso. Vi potrà quindi capitare che succedano delle cose che potrebbero avere ramificazioni e conseguenze nella storia e di cui vorreste vedere la fine che però potrebbero venire totalmente lasciate a metà.

La pecca più grande che possiamo trovare in Bandersnatch, quindi, è la confusione: non si capisce bene cosa e perchè succede e alle volte ci si senti decisamente spaesati. Questo è il prezzo da pagare per un esperimento così innovativo che potrebbe essere veramente l’arma vincente delle piattaforme di streaming del futuro. Perchè continuare a guardare film in televisione quando potrete avere un contenuto unico e differente direttamente sul tablet o PC?

Diamo quindi un 6 sulla fiducia e ci auguriamo che Netflix continui a sviluppare questo concept che sicuramente in Bandersnatch è ancora troppo poco maturo

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