Killer Loop’s: il black humor si fa graphic novel

Proprio come quei supereroi di cui seguiamo con passione le vicende sui comics e sul grande schermo, ci piace dare spazio agli “eroi contemporanei” che senza maschera o mantello affrontano le Gotham City dei nostri giorni, grigie e ordinarie, dove il vero super potere è avere il coraggio di seguire i propri sogni e le proprie passioni.

Ragazzi giovani e pieni di talento che con impegno e tanta fatica difendono e non perdono la propria forza creativa raggiungendo così piccoli e grandi traguardi senza smettere di provarci e riprovarci ancora.

Ragazzi come Stefano Labbia, un giovane autore romano cresciuto “con la penna in mano e con i comics sotto gli occhi” come ci racconta, ora che sta per pubblicare la sua prima graphic novel.

Si chiama “Killer Loop’s”, un black humour in tricromia che esordirà a breve con un albo (il primo volume della serie originale) da 50 tavole circa a firma di Stefano e per le matite di Marco Proietto per LFA Comics.

Sentivo l’esigenza di raccontare tutto quello che non ho trovato lungo il corso delle mie letture fumettistiche: ferocia, audacia e spensieratezza. Nei limiti di una storia fondamentalmente dark come è quella del protagonista, ovviamenteracconta Stefano a Nerd In Incognito, che ci confessa di aspettare con curiosità il parere del pubblico, ora che la sua opera sarà distribuita presso le catene librarie italiane e online sui principali portali di settore.

Il protagonista di Killer Lopp’s è Kimberly, un personaggio complesso il cui carattere prima e lo scopo della sua intera vita dopo, vengono profondamente e inevitabilmente mutati da un trauma profondo. Stuart Whitman (questo il vero nome di Kimberly) decide di diventare un mercenario per rendere il “mondo un posto migliore”, assurgendo di fatto l’eterno paradosso: come si può fare del bene usando il male?

Da un punto di vista tecnico, questa graphic novel si distingue dai così detti romanzi grafici “one-shot volume” proprio per la sua serialità. “Una vera e propria epopea – ci spiega Stefano – un comics in bianco e nero che mischia più generi come il pulp, crime, action, dramedy, noir e il gangster”.

Ma Stefano, che proviene dalla poesia e dalla narrativa e per il quale gli incontri più o meno casuali con alcuni grandi autori sono stati un vero e proprio motore motivazionale che gli ha dato la spinta definitiva e irreversibile a mettersi a lavoro su un progetto tutto suo, ha pronta nel cassetto anche un’altra opera. La graphic novel a colori “Kremisi” per la quale ha già l’interesse di più di un editore.

Non è la classica storia di supereroi con superproblemi – ci racconta – L’avventura del protagonista Jackson Moore va ben oltre l’indossare una calzamaglia e combattere il crimine. Metalmeccanico e padre di Spencer, ragazzino in età scolare, riceve a causa di un incidente poteri inimmaginabili che al tempo stesso gli distruggeranno la vita”. Un antieroe che vive un’avventura dal ritmo molto serrato.

E se parliamo di eroi ed epopee, non possiamo non chiedere a Stefano qualche battuta sul panorama fumettistico all’epoca dei cinecomic. “Hanno sicuramente sdoganato alla massa i “fumetti”, prima (ma in parte ancora adesso)  relegati ai limiti del trash e della cultura pop “cattiva”. L’età media dei fruitori mi dicono si sia alzata ed il range è stato esteso. Credo alla fine dipenda da una questione culturale… Le graphic novel hanno ulteriormente ammorbidito la concezione di “pericolo”,  “ridicolo” attorno al fumetto e adesso chi “consuma” non rischia più di passare per una pecora nera” ci risponde, e aggiunge “A livello di editoria, in Italia a mio parere si dovrebbe osare, rischiare di più. Ma è anche vero che, pubblicando materiale oramai datato e di sicuro (?!) interesse come i classici del fumetto italiani e stranieri, la vendita è garantita e l’introito fatturato. Capisco ma non processo”.

Infine, un consiglio che il giovane autore si sente di dare ai ragazzi che vogliano intraprendere professionalmente questa strada: “Consigli? Io ne cerco ancora… Posso dire di non arrendervi alle prime difficoltà. Di continuare sempre e comunque a sognare perché è il sogno che mantiene vive le persone. E chi vive i suoi sogni ha già vinto. Evitate come la peste chi vi dice il contrario”.

 

Maria Romana Barraco

 

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