Caro Rolling Stone, ecco chi sono i veri NERD (tutt’altro che in incognito)

Bill Gates e Steve Jobs nel 1973 Due super nerdoni che hanno cambiato il mondo

Il sito di Rolling Stone ha pubblicato ieri un articolo dal titolo “Il nuovo Star Trek ha smascherato la xenofobia dei nerd“. Confesso di essere rimasto prima sorpreso, poi infastidito e infine indignato non tanto per il più classico dei titoli acchiappa click quanto per i termini fuori luogo e gli stereotipi che ricorrono copiosi una riga dopo l’altra.

Come fondatore di Nerd in Incognito nonché un giovane uomo orgogliosamente nerd, faccio non uno ma tre plausi all’autore dell’articolo. Il primo è per aver fatto un’egregia ricerca su Wikipedia di quello che rappresenta Star Trek e di come le serie si siano evolute nel tempo; il secondo è per aver dedicato il giusto tempo alla lettura di  (probabilmente pochi e tutti americani) articoli in rete con le reazioni alla serie e il terzo è per essere riuscito a scrivere un articolo di denuncia contro la discriminazione di una categoria, le donne afroamericane (crediamo, anche se non è che si sia ben capito), discriminandone ancora di più un’altra: i nerd.

E quella sull’ignoranza che gravita e farcisce di stereotipi il mondo nerd è una triste storia che nel 2017 siamo costretti a dover (ancora) raccontare.

Capirete che nella questione sono leggermente di parte, ma astraiamoci per un momento da quello che è il sito su cui sto scrivendo e facciamo alcune considerazioni generali.

Il quadro che viene dato dei nerd, o geek che dirsi voglia, è forse il frutto di un qualche film anni ’80 in cui il povero ragazzino sfigato con gli occhiali rotti, i pantaloni a vita alta e la camicia bianca abbottonata fino all’ultimo bottone si nascondeva in un angolo buio a maledire i ragazzi “fighi” della scuola. Non credo che in questo momento storico ci possa essere qualcosa di più lontano dalla realtà come il triste ritratto con cui ci hanno dipinto. In un periodo in cui finalmente si parla di inclusione sociale e culturale connotare, per giunta in modo così becero, una categoria di cui, tra l’altro, si dimostra di non conoscere niente, è forse più il frutto della necessità di rincorrere visualizzazioni a tutti i costi piuttosto che di un vero studio di un fenomeno.

Rolling Stones e l'Ignoranza del Mondo Nerd

Con questo non voglio dire che noi nerd siamo perfetti e anzi, forse siamo i primi a sapere di non essere proprio come la società di oggi vorrebbe, o meglio ci vorrebbe imporre di essere e che alle volte viviamo questa imperfezione con rabbia, vergogna e frustrazione. E’ per questo che alle volte si arriva a non parlare in pubblico delle nostre passioni, di quello che ci piace e di quello che ci appassiona e preferiamo viverlo “in incognito” (sì, il nome l’ho scelto per passione e sarcasmo). Non ne parliamo per la paura di essere giudicati, di essere bollati come degli “sfigati”, come tra l’altro l’articolo di Rolling Stone fa ampiamente senza porre alcun distinguo. Insomma sarebbe come dire che le donne sono meno intelligenti degli uomini o che le persone di colore hanno una visione notturna peggiore di quella dei bianchi… vi ricordano qualcosa questi pregiudizi? Se conoscete la storia saprete però che quelle che dovrebbero suonarvi come delle enormi sciocchezze sono purtroppo esistite veramente e sono state credute da migliaia, anzi centinaia di migliaia di persone prima che qualcuno inculcasse un po’ di buon senso nella maggioranza della persone. E sottolineo maggioranza, perché c’è chi oggi ancora non ha cambiato idea o che si ostina a sostene stereotipi analoghi.

 

Leggi anche:
Star Trek Discovery: Il Contesto è per i Re

 

Detto questo l’articolo fa un’analisi basata principalmente su quelle che sono state le reazioni negli Stati Uniti (che l’ultima volta che abbiamo controllato rappresentavano circa il 5% della popolazione mondiale) che girano attorno a due tematiche come la discriminazione del personaggio di Sonequa Martin-Green perché donna, di colore e in una posizione di comando e il fatto che lo show sia stato additato come il veicolo di una non meglio precisata agenda politica. Due argomenti che non ho sentito ricorre UNA e ripeto UNA sola volta in nessuno dei gruppi, dei forum e delle pagine on line che conosco e frequento curati e gestiti dagli appassionati di Star Trek al di fuori degli USA. Probabilmente chi ha scritto l’articolo avrebbe dovuto fare una ricerca un pochino più ampia prima di trarre delle conclusioni.

Se lo avesse fatto saprebbe che le critiche maggiori per la serie sono state legate al rispetto della continuità temporale dello show, visto che la produzione ha scelto di fare un prequel ambientato solo 10 anni prima della serie originale e che il lasso temporale è sembrato a tutti troppo breve per rendere plausibile il verificarsi di fatti troppo distanti da quelli visti negli show successivi. Ci ha preoccupato più il look dei Klingon che non il colore della pelle, o la razza, dei protagonisti  e questo non perché siamo dei ciccioni con la barba sporca che vivono coi genitori a quarant’anni e collezionano action figures” come scritto nell’articolo, ma perché per noi Star Trek ha rappresentato una parte importante della nostra vita, ci ha fatto sognare, ci ha ispirato ad essere migliori, ci ha insegnato ad essere tolleranti e a non giudicare il prossimo ed è proprio questo a renderci così combattivi nella difesa dello spirito della serie.

 

Leggi anche:
Buona la Prima: Discovery Stupisce

 

Se quindi possiamo scusare la mancanza di conoscenza, anche noi ci troveremmo in difficoltà a commentare l’ultimo CD di Vasco non avendolo ascoltato (motivo per cui NON LO FACCIAMO), non possiamo condonare lo sparare a zero contro nerd e geek, ma in fondo in fondo contro tutta la geek culture che, come tutte le realtà può essere criticata e attaccata laddove discriminasse, ma sempre in modo lecito e corretto; cosa che qui non è avvenuta.

In definitiva non ho capito cosa l’articolo volesse veramente dire. Se fosse pensato come un pezzo contro la xenofobia, una recensione delle prime puntate di Discovery o un resoconto della storia del Franchise… perché alla fine finisce per fare male ognuna di queste cose. Ma in fondo si sa, la cosa importante è il vostro click e non quello che penserete quando leggerete l’articolo.

Quello che mi sento di dire ai Trekker e a tutti i nerd in generale è: SIATE VOI STESSI! Non abbiate paura! Non vivete la vostra vita in INCOGNITO. Condividete le vostre passioni e i vostri interessi, celebrate la diversità, siate inclusivi. Siate curiosi! Esplorate quello che vi appassiona! Potreste essere i prossimi Bill Gates, Hideo Kojima, Samantha Cristoforetti, Rita Levi Montalcini o Mary Quant! Non chiudetevi dentro ai confini che vi create né tantomeno a quelli che vi creano gli altri: i confini non esistono più, che lo vogliate credere o no e gli unici confini che saranno in grado di fermarvi saranno quelli che vi creerete nella vostra testa e nel vostro cuore. Abbiate il coraggio di osare e di andare dove nessuno è mai andato prima, perché certe imprese aspettano la persona giusta per essere realizzate e quella persona potreste essere voi.

 

Davide Smaldone

Fondatore di Nerd in Incognito

 

PS: Quelli che vedete in foto sono Bill Gates e Steve Jobs nel 1973, due super nerd che hanno cambiato il mondo.

LASCIA UNA RISPOSTA

Per favore inserisci i tuoi commenti
Per favore inserisci qui il tuo nome

Protected with IP Blacklist CloudIP Blacklist Cloud